Vediamo, dopo la lunga dissertazione sulla costituzione delle fibre muscolari, la differenza della potenzialità metabolica delle unità veloci e di quelle lente. La capacità anaerobica delle unità veloci è maggiore di quella delle unità lente; ambedue contengono gli stessi enzimi che facilitano le reazioni del sistema ATP-PC, ma quelli delle fibre veloci sono tre volte più attivi di quelli presenti nelle fibre lente. Allo stesso modo, alcuni degli enzimi glicolitici (sistema dell'acido lattico) si ritrovano in ambedue i tipi di unità, ma quelli delle fibre veloci sono due volte più attivi di quelli delle fibre lente. Al contrario, gli enzimi interessati al sistema aerobico hanno un'attività superiore nelle fibre lente, ma, soprattutto, in queste ultime abbiamo un numero maggiore di capillari sanguigni, di mitocondri e di mioglobina: per questo motivo sono più adatte, da un punto di vista biochimico, ad un tipo di attività aerobica. Tornando alle differenze, le scorte di glicogeno sono pressoché uguali, mentre quelle di trigliceridi ammontano a circa il triplo nelle fibre lente. La maggiore velocità di contrazione delle unità veloci, invece, dipende dalla maggiore grandezza dei motoneuroni rispetto a quelli presenti nelle fibre lente ed ad una diversa costituzione delle fibre nervose (come visto nella prima parte).

Da questo dipende anche la maggiore forza contrattile delle fibre veloci rispetto a quelle lente, perché le prime hanno un maggior numero di fibre per unità motoria e queste ultime sono anche più grandi. Le fibre veloci, però, a causa della loro scarsa capacità aerobica, sono più soggette all'affaticamento. La distribuzione nell'individuo di fibre veloci o lente è determinata da fattori genetici e gli studi fin qui effettuati non sono riusciti a dimostrare una variazione % della loro suddivisione in base all'allenamento. Ciò significa che avuta, alla nascita, una determinata suddivisione tra fibre veloci e lente, questa non è più modificata, neanche dall'allenamento, il quale, però, può migliorare la risposta specifica delle fibre muscolari al tipo di sport praticato. Studi in materia, inoltre, in atleti professionisti di livello mondiale, hanno dimostrato come, se è vero che la maggioranza degli atleti ha una maggiore % di fibre, veloci o lente, corrispondente allo sport praticato, di resistenza o di potenza, è anche vero che altri, pur teoricamente svantaggiati da una suddivisione genetica delle fibre muscolari rispetto allo sport praticato, riescono a raggiungere ugualmente risultati di rilievo mondiale. Questo potrebbe significare che l'allenamento, se non può modificare la % della suddivisione tra le due diverse fibre muscolari, può, però, migliorare l'efficienza di quelle interessate nello specifico sport, annullando, o riducendo, eventuali mancanze genetiche.