Abbiamo visto come si propaga l'impulso nervoso, dal centro fino al muscolo, ora vediamo come è formata la muscolatura scheletrica. Il muscolo è interamente avvolto in un tessuto connettivo detto epimisio, a sua volta il muscolo è costituito da tante subunità chiamate fascio ed avvolte anch'esse in un tessuto connettivo detto perimisio; il fascio muscolare a sua volta è costituito da singole fibre muscolari (possono essere una o centinaia) circondate dal tessuto connettivo: l'endomisio. All'interno di queste elementari fibre muscolari troviamo ATP, il glicogeno, il PC e molte altre sostanze, compresa la miofibrilla. Questa, contiene due filamenti proteici essenziali: la miosina e l'actina; l'unità elementare della miofibrilla è il sarcomero, è questo, che in seguito a stimolazione, si accorcia, tramite lo scivolamento dei filamenti di actina su quelli di miosina in direzione del centro del sarcomero stesso, portando alla contrazione del muscolo. L'unità motoria è costituita dalle fibre muscolari innervate dai motoneuroni; con la stimolazione di un motoneurone, tutte le fibre muscolari, all'interno dell'unità stessa, si contraggono più o meno in sincronia. Quante più fibre ci sono in un'unità muscolare tanto più sarà forte la contrazione, mentre ad un numero basso di fibre muscolari corrisponderà una contrazione più debole. La risposta muscolare può quindi avere vari gradi di intensità, a seconda della grandezza delle unità motorie stimolate. Sebbene tutte le unità motorie hanno più o meno lo stesso funzionamento, vi è, comunque, un certo grado di specializzazione. Infatti, possiamo distinguere due tipi di unità motoria: veloce e lenta. L'unità motoria a contrazione veloce è interamente costituita da fibre veloci, al contrario dell'unità motoria a contrazione lenta che, appunto, contiene solo fibre lente.