Un Imprenditore vero

 

Velentino Campagnolo ci riceve nella sala Chorus della sua Azienda tra due riunioni di lavoro. Nonostante gli impegni ci si presenta un uomo distinto, elegante e discreto, molto gentile. Non rappresenta il classico l’imprenditore-padrone, magari rozzo ed arrogante, assolutamente no!

 


Nè tanto meno rappresenta il sempre più diffuso figlio dell’imprenditore, che crede di gestire un’azienda dal proprio i-phone, tutto teso a sfoggiare l’ultimo accessorio di alta moda e, ovviamente, privo di qualsiasi cultura, ancorché imprenditoriale. Nulla di tutto ciò, Valentino Campagnolo è una persona di cultura, elegante, ma non ostenta nulla se non la sua tranquillità, la serenità. Ripercorre con lucidità tutta la storia di Campagnolo, con pacatezza, lasciando a volte, trasparire l’emozione per l’affetto che ha nei confronti del padre, e per le dure vicende che ha dovuto affrontare. Da vero Imprenditore Valentino non cerca scuse, non cerca attenuanti, ma ripercorre con serena lucidità la storia di Campagnolo, con gli errori fatti, i “mea culpa”, forse persino eccessivi, ma quella era la verità, senza giri di parole … Un valore unico e quasi scomparso oggi….. Questa è la sua forza. Forse come non mai nella sua vicenda umana è da applicare il detto tanto amato da uno dei più grandi tecnici italiani, Alfredo Martini, “è dalle grandi sconfitte che nascono le vittorie più belle”. Perché Valentino Campagnolo non si è arreso, ha sudato e lavorato, ha compreso e metabolizzato gli errori, non ha dimenticato il Papà Tullio, ma da lui ha preso tutto il buono possibile, ed ha rilanciato l’azienda, facendo tesoro degli errori e ritrovandosi alla fine più forte di prima. Molti altri al suo posto avrebbero (ed hanno) abbandonato … lui no, è rimasto al comando della nave, ferita ed in burrasca, riportandola sulla giusta rotta. Di persone così ne servirebbero di più in Italia …..

 

Le risposte di Valentino Campagnolo sono la trascrizione fedele dell'intervista.

 

Lei ha sulle spalle una eredità molto forte, come vive questo impegno? Magari da giovane voleva prendere un’altra strada; si è sentito obbligato dalle orme di suo padre o è stata una scelta che avrebbe fatto comunque?

 

Ma! …. è difficile dire queste cose … anche pensando che tra me e mio padre c’erano 50 anni di differenza, quindi io sono nato che mio padre aveva 50 anni e di conseguenza è mancata una generazione in mezzo e obiettivamente pensando agli studi ed il servizio militare ... ho terminato il servizio militare che mio padre era molto in là con gli anni. Mio padre ha dedicato praticamente tutta la sua vita per cercare di sviluppare l’attività in cui aveva riversato il suo entusiasmo e la sua passione …. io credo di non aver avuto in quel momento la possibilità di scegliere …. non so dire se avessi avuto la possibilità di scegliere che cosa avrei scelto ….. francamente invidio quelle persone che hanno la possibilità di scegliere, obiettivamente li invidio perché quando uno sceglie qualche cosa …. ammesso che riesca a trovare proprio il filone per il quale si sente naturalmente non soltanto portato ma realizzato ….. Mio padre poi è mancato quando io avevo 33 anni ma il problema al di là della perdita di mio padre …  è stato che non avendo mio padre un approccio se non molto accentratore mi diceva guarda quello che io faccio e guardando quello che io faccio tu impari ….. però non è un modo facile per imparare … perché si impara quando uno fa qualcosa in modo autonomo, qualcosa in modo giusto e qualcosa in modo sbagliato; anzi forse si impara di più sugli errori commessi … essere a fianco e non poter fare operativamente qualche cosa non è che si impara moltissimo, ho imparato poco e di conseguenza quando lui è mancato …. mi sono presentato da solo al mondo del lavoro, dell’impresa, in termini di conduzione … senza, io credo,  la adeguata esperienza e …. francamente … siccome non mi piace per carattere girare attorno ai problemi ….  devo dire che le cose sono andate proprio così …  per cui ho iniziato a fare errori nel momento in cui mi sono trovato da solo e ho dovuto iniziare a prendere per mano i vari argomenti, meglio sarebbe stato fare degli errori sul piccolo e non sul grande avendo qualcuno che ogni tanto mi poteva tirare per la camicia e dire attenzione questo è stato un errore ….. devo dire che le cose buone vengono un pò per volta … le cose non buone vengono tutte insieme e di conseguenza mi sono trovato in quella condizione guarda caso nel momento in cui ha cominciato a spirare sul mondo della bicicletta il vento della mtb, un oggetto praticamente sconosciuto in Europa, ancora più sconosciuto in Italia, del tutto sconosciuto in Campagnolo …. un qualche cosa che nell’arco di  due anni, due anni e mezzo ha praticamente rivoluzionato il mondo della bicicletta facendo passare il mondo della bicicletta da corsa, alla quale noi indirizzavamo tutte le energie, da una quota, grosso modo di circa il 30% del mondo della bicicletta, ……poi sarebbe da fare dei distinguo da Paese a Paese,…… a circa il 3-5% …. di fatto polverizzando da sotto i nostri piedi il mercato al quale noi ci indirizzavamo ….. questo è stato così in sintesi ….. e sono stati momenti piuttosto impegnativi, ma forse dire impegnativi è dire ancora qualche cosa di lieve …. piuttosto cruenti, credo che non sia sbagliata la parola, non è eccessiva, anche perché la Campagnolo si è trovata in quel momento storico di mercato e aziendale avendo accumulato anno dopo anno successi sportivi nel mondo agonistico, successi economici, ma su questi successi Campagnolo si era addormentata sugli allori nel vero senso della parola … che cosa vuol dire addormentarsi sugli allori? Vuol dire aver ridotto la sua capacità innovativa in termini di prodotto veramente al lumicino, prodotti assolutamente affidabili, assolutamente stimati, apprezzati dai corridori, ma mentre i corridori avevano delle esigenze specifiche il mercato voleva degli stimoli nuovi …. un'altra area … cosi lasciata sguarnita …. è stata l’area dei processi produttivi; noi realizzavamo dei prodotti tradizionali con processi produttivi tradizionali …. erano i momenti in cui i nuovi processi produttivi, le macchine a controllo numerico, stavano soppiantando completamente i processi produttivi tradizionali; l’organizzazione aziendale, si anche quella, era piuttosto datata … Se poi lei mette in conto l’avvento della mtb che di fatto ha azzerato, beh azzerato no …. ma passare da un 30% ad un 3-5% grosso modo vuol dire tagliare il mercato … e farci trovare con una richiesta del mercato della mtb e noi non avevamo nessun prodotto per la mtb … è stata una cosa piuttosto dura ed impegnativa per la quale per un tempo di due anni e mezzo circa abbiamo dovuto stringere la cintura … ma forse stringere i denti, la cintura, un po tutto ecco …. quindi venendo alla sua domanda …. si c’è stata una non scelta da parte mia, mi sono di fatto trovato obbligato a seguire qualche cosa tenendo in conto del fatto che ero l’unico figlio e quindi con la non esperienza e a dover affrontare, sempre in gergo ciclistico, una corsa a cronometro in salita senza avere nè l’allenamento nè la bici adeguata ……

 

Nonostante questo rapporto rigido con suo papà c’è un insegnamento che Le è rimasto e che ancora oggi è un insegnamento fondamentale, come a dire Lui avrebbe deciso in questo modo?

 

 

Sicuramente si! …… Mio padre dava importanza alla piccole cose sostenendo che le grandi cose le vedono tutti mentre le piccole cose sono meno evidenti …. mio padre dava attenzione a tanti piccoli dettagli nel prodotto … una cura maniacale della qualità e questo è sicuramente un insegnamento …. un altro insegnamento è quello di avere rispetto per coloro che vanno in bicicletta i quali  magari sacrificano una parte delle loro disponibilità per poter appagare questa passione, e poi chiaramente ci sono altri aspetti sui quali c’è l’insegnamento di mio padre o del maestro ma più occorre l’interpretazione personale che non vuol dire dimenticare l’insegnamento ma vuol dire interpretare una cosa da una differente visione …. che non vuol dire non considerare quel qual cosa ma vuol dire vederla sotto un’ottica diversa, nuova perché il mondo cambia … cambiava anche allora, oggi cambia con una velocità ben superiore ad allora però …..

 

Perché avete poi lasciato la mtb e avete deciso di continuare soltanto nella strada?

 

Ma noi non è che abbiamo lasciato cadere il mondo della mtb … anzi abbiamo cercato di cavalcarlo … cadendo in senso verticale il mercato della bici da corsa e vedendo che il mercato della mtb stava esplodendo è venuto spontaneo … ma non c’e stato un ragionamento, proprio spontaneo … cerchiamo di cavalcare anche noi questo mondo …. solo che l’abbiamo cavalcato con delle premesse sbagliate ….. il mondo della mtb è partito in California, lì c’erano degli appassionati che avevano la passione di andare nei boschi fuori dalle vie normali ed hanno iniziato a lavorare attorno alle biciclette che inizialmente avevano la semplicità di una bici da corsa un pò modificata … ma in maniera molto veloce stava evolvendo  … California vuol dire Costa Pacifica e vuol dire che la California è stata poco incline a guardare all’Europa e più incline a guardare ad Oriente ed il nostro concorrente giapponese era in prima fila per cavalcare questa cosa …. noi l’abbiamo subita la mtb e l’abbiamo subita senza farci tanti ragionamenti, senza ragionarci, abbiamo cercato di sviluppare dei prodotti che potevano avere al loro interno delle buone idee, sicuramente affidabili, però erano sempre in ritardo rispetto a quello che era una evoluzione galoppante che questi prodotti stavano avendo, dovuto al fatto che questo mercato della mtb esplodendo stava catalizzando non soltanto l’attenzione degli operatori settoriali ma l’attenzione da parte di quegli appassionati che con spirito creativo ne stavano immaginando l’evoluzione … avremmo dovuto essere là con loro, al loro fianco e noi invece eravamo in Italia, ancorati alle classiche gare del circuito professionistico che si svolgevano in Europa …. quindi abbiamo fatto dei prodotti che avevano dei contenuti ma erano sempre in ritardo rispetto a quello che chiedeva il mercato ….. c’è da dire che in tutto questo mancava anche un qualche cosa di estremamente rilevante … mio padre oltre ad essere il fondatore era anche il gestore dell’azienda … era anche la mente creativa dell’azienda per cui era anche la mente creativa che concepiva il prodotto … certamente esisteva un ufficio tecnico ma era un ufficio tecnico che prendeva le idee di mio padre e le sviluppava su dei prodotti da poter ingegnerizzare e produrre ma non c’era una capacità ideativa pronunciata …. era mio madre la mente e nel momento in cui ….. mio padre era lui che continuava ad alimentare questo spirito innovativo, spirito innovativo su di un mercato che evolveva su ritmi piuttosto lenti …… con quelle risorse, con quella cultura abbiamo iniziato a sviluppare i prodotti della mtb ed era evidente che erano prodotti che considerando l’intertempo di quando si inizia a studiare a quando il prodotto giunge sul mercato … il prodotto era superato perché c’era una evoluzione tanto galoppante nella componenti per mtb che eravamo sempre in ritardo ….. avendo prodotti in  ritardo non c’era la possibilità di vedere che gli investimenti fatti potevano avere un pay back per cui è stato un duplice bagno di sangue perchè abbiamo fatto degli investimenti iper poderosi … che proprio andavano al di là delle capacità dell’azienda …… e per contro non c’era un pay back e di conseguenza c’era un duplice effetto negativo, a quel punto il mercato si stava  accentuando ancora di più sulla mtb e avevamo perso il treno della mtb … non avevamo le determinate competenze, l’unica cosa che è stata pensata è stato quello di dire dove sono le nostre competenze? Non ci sono nella mtb  … ci abbiamo sbattuto il naso, ce lo siamo rotto …. cerchiamo di concentrarci sul mondo della bici da corsa che conosciamo bene …. però era un mondo che si era ristretto moltissimo …. poteva sembrare una scelta che andava oltre la temerarietà perché un mondo che si stava restringendo, un’azienda surdimensionata per quel mondo senza competenze per poter essere competitivi ….. uno si deve concentrare su quello che sa fare non su quello che non sa fare….. Si può concentrare su quello che non sa fare per imparare ma occorre tempo e non c’era tempo perchè i bilanci non aspettano che le persone si acculturino ….. d’altro canto era l’unica scelta possibile e di fatto abbiamo fatto questo ….. abbiamo fatto una scelta di questo tipo accompagnata ad una cura dimagrante di quelle piuttosto pesanti … da tutti i punti di vista …. ci siamo trovati a scalare una montagna senza mai aver fatto alpinismo e senza neanche sapere cosa significasse scalare una montagna! …. ma così abbiamo fatto … sono stati anni di lacrime e sudore …. anni pazzeschi ……… però così è andata …. abbiamo cercato di fare come i corridori durante una corsa ….  il corridore che va in crisi su di una salita e vede che il gruppo si sta sfilando da lui ha soltanto due possibilità: o quella di ritirarsi o quella di stringere i denti e reagire … abbiamo cercato di stringere i denti, abbiamo stretto i denti per un periodo piuttosto lungo che ha accentuato le difficoltà dell’azienda e poi piano piano abbiamo cercato di recuperare metro su metro sul mercato, sul concorrente, è stata una cosa lunga … difficile … sono stati gli anni 87-92 … poi piano piano ci siamo avvicinati al mercato al concorrente e però, come mi piace usare l’immagine del corridore quando ci si avvicina, quando colui che è davanti vede che qualcuno si avvicina a quel punto lì si alza sui pedali e dà uno scatto per immettere uno spazio tra se e l’antagonista e così è stato tra noi ed il nostro concorrente. Abbiamo cercato, ho cercato …. di portate all’interno dell’azienda nuove figure professionali, nuovi processi produttivi, compatibilmente con le poche risorse che avevano all’ora, così è andata ……  questa è stata la storia …

 

Nei prodotti Campagnolo c’è professionalità, qualità ed affidabilità, questi aspetti non sono mai cambiati, anzi con le nuove tecnologie sono stati ancor più incrementati, però purtroppo spesso al consumatore non è facile far comprendere tutto ciò che c’è dietro una corona o un pignone. Secondo Lei perché il ciclista deve continuare a scegliere Campagnolo?

 

Perché credo che la Campagnolo abbia dimostrato un profondo convincimento nel proprio lavoro … un lavoro che ha portato ad esprimere sul mercato dei prodotti che hanno dimostrato l’apprezzamento dei corridori che hanno vinto il Giro d’Italia, il Tour de France o altre manifestazioni … prodotti che man mano sono diventati sempre più innovativi mantenendo intrinseche quelle caratteristiche che tradizionalmente l’azienda voleva mettere nel prodotto …. l’innovazione, la prestazione, l’affidabilità, la qualità, la manutentibilità … Campagnolo è stata la prima a sviluppare la trasmissione a 9 velocità, è sempre stata Campagnolo a sviluppare la trasmissione a 10 velocità …. certamente essere sempre i primi è un pò difficile non ho presente un settore dove anche la più grande azienda abbia sempre primeggiato …. io credo che guardando fuori dal nostro mondo ma in un mondo che può essere analizzato da questo punto di vista … io credo che nessuno possa dire che la Ferrari sia stata un’azienda o un marchio che si sia adagiato sugli allori … ha cercato di tenere sul pennone più alto l’industria motoristica italiana … ci sono stati degli anni in cui non solo non vinceva ma aveva anche dei problemi … non per questo io credo che il marchio Ferrari, la ditta Ferrari, non soltanto in Italia ma nel mondo abbia avuto soltanto detrattori … ci sono state persone che hanno difeso questa azienda che è un  bene della nostra Nazione impagabile … la stessa cosa è successa con la Ducati, stessa identica cosa e la stessa cosa è successa alla Campagnolo ….. qualche volta ci stanno anche  gli errori …. certo io credo che si possa parlare anche di errori … se un’azienda continua a fare errori va fuori mercato … se un’azienda è leader sarebbe bene che non facesse mai degli errori però capita anche a Boing, anche Airbus  …. insomma abbiamo visto ma non 10 anni fa … anche adesso recentemente anche loro hanno avuto dei problemini … e credo che nessuno possa dire che non siano aziende … che non siano ben organizzate e tecnologiche …. più il prodotto si affina e più il prodotto diventa critico … difficile anche perché c’è una sommatoria di valori … non c’è solo l’innovazione ma c’è anche la tensione verso la riduzione dei pesi, si vuole un prodotto longevo, anche se dopo tre anni l’appassionato vende la sua bici … anche se funzionante …. Quindi bisogna garantire di più la prestazione, la funzionalità nel tempo, nell’uso e …. qualche volta capita l’incidente ….. io credo che nel nostro Paese ci sono tanti tipi di aziende che tengono alta la bandiera del Made in Italy o comunque dell’italianità … pensiamo nel campo della moda ... io creo che siano un vanto per il nostro Paese tutti quei brand della moda perché danno un elevato standing del nostro Paese nel settore della tecnologia …. le nostre aziende che producono elicotteri, macchine cnc, automobili e motociclette …. sono un patrimonio molto prezioso per il nostro Paese e credo che la Campagnolo nel settore della bici possa essere associata a questi patrimoni …. d’altro canto mi sembra che al di là degli errori, considerando che la nostra azienda ha iniziato lo sviluppo delle trasmissioni elettroniche 20 anni fa ….. questo può esser letto in due modi completamente differenti … si hanno avuto l’intuizione ma al di la dell’intuizione hanno impiegato una barca di tempo ad avere qualche cosa … per carità anche questa può essere una lettura … io gli dò un interpretazione diversa …. abbiamo avuto l’intuizione nel momento in cui non c’erano le tecnologie per fare determinate cose ecco perchè siamo andati avanti 20 anni ... perché mancavano le tecnologie ….  qualcun altro …. ok siete partiti prima però chi è partito dopo è arrivato prima di voi …. certo anche qui ci può essere una duplice lettura …. certamente c’è stato chi è stato più efficiente e francamente a chi è stato più efficiente va sempre il mio plauso perché chi fa le stesse cose conosce meglio di altri le difficoltà che per fare quelle determinate cose si incontrano più che colui che avendo i soldi in tasca si trova tutto bello fatto, quindi non soltanto da parte mia ma anche dei nostri collaboratori c’è un grandissimo apprezzamento da parte del nostro concorrente ... però devo dire anche … volendo usare un’altra chiave di lettura, siamo arrivati due anni dopo … siamo arrivati due anni dopo con una trasmissione a 11 velocità … con un sistema di regolazione del deragliatore sempre elettronico … però da un lato bisogna chiudere ed aprire delle viti con un giravite … con il nostro è tutto elettronico con un sistema per il quale si più cambiare con un rapporto,  2 rapporti o tutta la scala …. dipende da quello che vuole essere l’approccio di colui che guarda e si fa un’idea su queste cose, io posso avere un approccio critico ma positivo, critico e basta …… qualcuno potrà dire sempre un cambio elettronico è … ok no problem … che cosa posso dire … intanto mi piacerebbe dire Campagnolo è l’unica azienda in tutto il mondo occidentale a fare quel tipo di prodotti e comunque è l’unico a farlo con quelle prestazioni … siamo arrivati dopo …. chiederemo venia ai nostri appassionati e gli chiediamo possibilmente di seguirci guardando gli sforzi che stiamo facendo e che non mancheremo anche a bravissimo di far vedere come l’industria italiana nonostante tutte le difficoltà che sono evidenti a tutti riesce nel settore specifico a recitare non un ruolo da comprimario … perchè  non credo che nessuno possa dire che Campagnolo reciti un ruolo da comprimario anche perchè se guardiamo non soltanto le trasmissioni elettroniche ma anche quelle meccaniche, credo che siano oggi il bench-marck di riferimento prestazionale e funzionale, poi a qualcuno potrà piace lo stile a qualcuno potrà non piacere però si può dire di tutto tranne che la Campagnolo abbia copiato qualche cosa …Campagnolo nel suo lavoro è un’azienda che durante l’anno non soltanto investe nello sviluppo del prodotto … nelle attività organizzative …. ma dedica grandi risorse nella protezione intellettuale … non mi risulta che siano molte in Italia le aziende di medie dimensione che abbiamo nel loro interno in organico persone dedicate alla proprietà intellettuale … credo che aziende della nostra dimensione si rivolgano tutte a studi esterni …. al di là della protezione dei marchi Campagnolo ha risorse sue interne che provvedono alla registrazione dei brevetti e nel corso degli anni sono molte e molte le domande di brevetto che depositiamo. La Campagnolo non ha la cultura del copiare … Campagnolo ha l’orgoglio di poter proporre sul mercato prodotti innovativi … sia una trasmissione elettronica o delle ruote … anche nelle ruote Campagnolo credo sia stata la prima azienda ad applicare i materiali compositi sulla componentistica … oggi i materiali compositi rappresentano 1/3 degli organici produttivi della nostra azienda …. gli organici diretti produttivi credo che sia un modo di dire anche questo che Campagnolo è sulla nuova frontiera  delle nuove tecnologie …..

 

Un altro successo è la linea di abbigliamento Campagnolo Sportswears, come è nata l’idea di sviluppare anche una linea di abbigliamento?

 

E’ partita dal pensiero che colui che ha nel cuore il marchio Campagnolo in quanto ne riconosce i valori …. ci siamo detti perchè anche su prodotti certamente diversi … perché non trovare delle risposte che permettano all’appassionato Campagnolo di trovare quella qualità ed innovazione del prodotto tipica di Campagnolo...

 

Avendo ben presente tutti gli sviluppi nel campo degli impianti frenanti, cosa ci dobbiamo aspettare da Campagnolo?

 

Nel momento in cui Campagnolo ritenesse che ci siano delle soluzioni che mettono insieme un mix di valori equilibrato … a quel punto lì …  il nuovo prodotto viene fuori …. ma la Campagnolo non avrà il desiderio di proporre un prodotto che miri solo alla prestazione … ci deve essere la prestazione, la qualità, l’affidabilità, la sicurezza … cioè tutta una serie di caratteristiche …. credo che dovremo essere sempre lontani dalla tentazione di sviluppare un prodotto tanto per dire tò guarda che bravi che siamo stati … no non ci interessa … non interessa a Campagnolo …. all’azienda interessa fare dei prodotti che nelle mani non soltanto di colui che monta la bicicletta, non soltanto nelle mani di un meccanico, di un utente, siano prodotti facili da montare, facili da fare la manutenzione e ... sicuramente affidabili nell’uso e nel tempo … e questo affidabili nell’uso e nel tempo è una cosa in cui ci fidiamo ed a cui personalmente tengo moltissimo … nel momento in cui una persona va in bicicletta la sua affidabilità è nelle mani di quella bicicletta, nel momento in cui va a fare una bella gita in montagna dopo le salite ci sono anche le discese …. Campagnolo vuole che quella persona non abbia preoccupazioni di ritornare a casa sano e salvo … di pensare ma se affronto quella discesa cosa mi succede e dopo quella discesa ci saranno delle altre discese per degli anni … non c’è il discorso della product liability che per legge deve durare x tempo … in Campagnolo non esiste questa legge ….. conosciamo le normative … ma per noi la normativa più stringente è il nostro approccio  in termini di serietà …. sarebbe più facile fare un prodotto usa e getta, che durasse qualche anno, sarebbe molto più facile …. guadagneremmo di più … immetteremmo sul mercato molti prodotti in più … avremmo una vita più facile … ma non è la nostra cultura …. la cultura che mio padre ha lasciato è quella di prodotti molto longevi … ci sono clienti che ci scrivono solo per farci i complimenti … hanno bisogno di fare della manutenzione vanno dal rivenditore …  trovano il ricambio …. per noi questo è fondamentale ……