Abbiamo avuto modo di testare il nuovo gruppo Sram 1x12, assemblato su di una bici di alta gamma, in configurazione X0. Vediamo come va e cosa ci è piaciuto e cosa no del nuovo gruppo Sram.

Abbiamo già descritto ed analizzato il gruppo Sram 1x12, rilevando aspetti positivi e le nostre perplessità. Non ci dilunghiamo sulla descrizione tecnica, ma qui approfondiamo quello che più è importante e più serve realmente sapere, come va il nuovo 1x12 di Sram?

Dal punto di vista della pura funzionalità, non abbiamo avvertito problemi o inconvenienti, rispetto ad altri modelli Sram. Il comando del cambio posteriore è fluido e scorrevole, dalla ridotta escursione e non necessita di una elevata pressione per essere azionato.

Il cambio lavora bene, preciso e veloce, anche abbastanza silenzioso pur senza raggiungere i valori del gruppo Shimano, ma non è certo un problema.

Lo sviluppo metrico dei rapporti fa si che questi siano abbastanza distanziati tra loro, come già avveniva nel 1x11, la qual cosa non dà particolarmente fastidio in mtb, forse solo nei trasferimenti su asfalto può effettivamente risultare difficile trovare il rapporto adatto per avere la giusta cadenza di pedalata. Questo problema lo si potrebbe avere anche in off road nei tratti più pedalati e scorrevoli.

Il salto di sviluppo metrico, nei rapporti più corti che si utilizzano in salita, pur essendo evidente, dà meno fastidio proprio perché si utilizzano quando lo sforzo è massimo ed alleggerire la pedalata è solo un sollievo.

Non di meno su di una lunga salita pedalabile, anche se off road, si potrebbe presentare lo stesso problema, cioè una elevata differenza di sviluppo metrico tra una marcia e l’altra.

Aspetto comunque che potrà passare inosservato ai più, perché dopo un certo periodo ci si abitua al nuovo sviluppo metrico.

Senza alcun dubbio chi già utilizza lo Sram 1x11 avrà solo vantaggi, grazie ad una marcia in più, più corta e di tutto riposo.

Chi viene dal 2x11, invece, potrebbe trovarsi in difficoltà nelle prime uscite, soprattutto i più attenti e sensibili ad avere una corretta frequenza di pedalata e coloro che più di altri soffrono le brusche variazioni di ritmo.

Nel complesso è un ottimo prodotto; non è proprio vero che sostituisce il 2x11, che ha i suoi vantaggi, ma certamente è un ottimo upgrade del 1x11, rispetto a cui è migliore.

Altri vantaggi sono nell’assenza del deragliatore anteriore, che costituisce sempre un possibile problema di messa a punto, oltre che un aggravio di peso.

Alcuni costruttori, poi, hanno iniziato a sviluppare telai specifici per l’assenza del deragliatore anteriore, riuscendo ad aumentare notevolmente la rigidità della zona.

Per contro il “padellone da 52” posteriore non è un bello spettacolo visivo … e per nulla leggero ….

Alla fine ha i suoi difetti, ma potrebbe costituire il futuro standard della Mtb, e non vediamo problemi anche per una sua adozione su di una bicicletta da strada.

Certo che molte teorie sulla rotondità della pedalata, sull’importanza della giusta frequenza della pedalata ecc., molte delle quali hanno ben chiari fondamenti scientifici, si vanno a far benedire ….

In questo caso occorre ulteriormente sottolineare, che alcuni atleti si potrebbero trovare avvantaggiati dalla soluzione 1x12, mentre altri assolutamente penalizzati; infatti le qualità muscolari ed atletiche che fino ad oggi erano considerate ottimali, non potrebbero più esserlo per un allenamento ed una prestazione efficiente con il 1x12 (ed anzi a mio avviso non lo saranno...).

Siamo solo all’inizio, quindi, dal punto di vista tecnico non ci sono problemi, che poi in una gara l’1x12 consenta all’atleta di esprimersi al meglio dal punto di vista fisico rispetto al 2x11 è invece ancora tutto da dimostrare e soprattutto è da dimostrare nella maggioranza degli atleti.