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La crisi della bicicletta spiegata perchè non si vendono più biciclette

 

 

 

 

 

Come sempre abbiamo anticipato, anche di molto, la notizia.

Così mentre i soliti "giornalai" esaltavano l'ultimo (inutile) ritrovato tecnologico, il grammo in meno della nuova bicicletta e così via, con i soliti titoloni "tutta un'altra bici", questa rivista si domandava fino a quando il mercato avrebbe subito l'aumento incontrastato dei prezzi, l'aumento vertiginoso dei costi di gestione, la svalutazione eccessiva delle biciclette usate, l'assenza di una politica chiara di assistenza e garanzia, tutto poi elevato a livello esponenziale per le ebike.

Ma poco importa, se qualche appassionato voleva esprimere la sua opinione, i soliti "giornalai asserviti al padrone" rispondevano per le rime: è il mercato che lo vuole ...

Bene, ora il mercato si è fermato ...

Evidentemente non tutti abboccano alla facile pubblicità ...

Una analisi impientosa è stata fatta dall'associazione dei costruttori di biciclette italiani, meglio tardi che mai ...

Scoprendo l'acqua calda: le bici non si vendono più come prima.

La situazione economica e finanziaria del settore delle biciclette in Italia è stata fortemente influenzata da una serie di fattori. Innanzitutto, la contrazione del 28% nella produzione e del 23% nelle vendite nel 2023 ha avuto un impatto significativo sui bilanci delle aziende del settore. Questa diminuzione ha comportato una riduzione del volume d'affari complessivo del settore, che è sceso a 2,6 miliardi di euro nel 2023 rispetto ai 3,2 miliardi di euro registrati nel 2022.

La riduzione delle vendite e della produzione ha anche influenzato la redditività delle aziende, con molte che hanno registrato cali nei loro profitti.

Ad esempio, il Ceo di Atala, Massimo Panzeri, ha dichiarato che il budget previsto era di 85 milioni di euro, ma alla fine hanno chiuso l'anno con 70 milioni di euro, in linea con il 2022.

Tuttavia, nonostante questo calo, ha evidenziato che è andata meglio del previsto, indicando che la situazione è stata gestita in modo relativamente positivo nonostante le difficoltà.

Allo stesso modo, Enrico Gianotti di F.lli Masciaghi ha sottolineato che il trend di debolezza nel settore probabilmente continuerà nel 2024, ma hanno mantenuto un calo contenuto intorno al 20%, principalmente grazie alla mancanza di cancellazioni significative degli ordini.

Questo suggerisce che, nonostante la crisi, alcune aziende sono riuscite a mantenere una certa stabilità finanziaria.

Inoltre, l'impatto economico della crisi è stato mitigato in parte dalla campagna di sensibilizzazione lanciata dall'Ancma, che mira a rilanciare le strategie di comunicazione e di marketing delle aziende del settore. Questa campagna, denominata "Ora pedala", ha incoraggiato le aziende ad offrire promozioni, sconti e incentivi per stimolare le vendite, il che potrebbe contribuire a migliorare le prospettive economiche del settore nel medio termine.

Tuttavia, nonostante questi sforzi, il settore delle biciclette in Italia continua ad affrontare sfide significative, specialmente a livello globale.

La diminuzione delle vendite e della produzione non è limitata all'Italia, ma è evidente anche in altri paesi come Germania, Svizzera, Giappone e Taiwan.

Questo suggerisce che la crisi è di natura più ampia e che potrebbero essere necessarie azioni coordinate a livello internazionale per affrontarla in modo efficace.

Infine, è importante considerare anche l'impatto finanziario delle tendenze di consumo e delle politiche pubbliche, come gli incentivi statali all'acquisto di biciclette, che possono influenzare significativamente la domanda nel settore.

La riduzione di tali incentivi potrebbe avere un impatto negativo sulle prospettive future del settore, mentre eventuali politiche volte a promuovere l'uso della bicicletta potrebbero avere un effetto positivo sulle vendite e sulla produzione nel lungo termine.